Offerta UniCredit ritirata e futuro del terzo polo bancario

UniCredit Tower Milano

Il progetto del terzo polo bancario

Nel novembre 2024 prendeva forma un ambizioso progetto di consolidamento del settore bancario italiano: la creazione di un grande terzo polo attraverso l’integrazione tra Banco BPM, Anima e Monte dei Paschi di Siena, quest’ultima ormai risanata dopo anni difficili. La strategia prevedeva la cessione del 15% di MPS a un partner industriale, affiancato da soci di rilievo come il gruppo Caltagirone e Delfin della famiglia Del Vecchio.

L’obiettivo era dare vita a un gruppo con una capitalizzazione aggregata superiore ai 20 miliardi di euro, in grado di competere con i principali player nazionali ed europei. Le sinergie con Anima Holding e il consolidamento degli sportelli avrebbero garantito economie di scala.

La prospettiva era chiara: un soggetto bancario solido, capace di aumentare efficienza e redditività nel medio periodo, rafforzando al tempo stesso la stabilità del sistema creditizio italiano.

L’offerta a sorpresa di UniCredit

Il 25 novembre 2024 il piano venne sconvolto dall’annuncio di UniCredit: un’offerta pubblica di scambio da circa 10 miliardi di euro per acquisire Banco BPM. L’iniziativa, guidata dall’amministratore delegato Andrea Orcel, mirava a creare uno dei principali gruppi bancari europei per capitalizzazione.

La mossa a sorpresa spiazzò analisti e operatori, aprendo a un risiko bancario di dimensioni continentali. Tuttavia Banco BPM percepì l’offerta come ostile, soprattutto per la valutazione penalizzante delle azioni e per le condizioni di mercato sfavorevoli.

Golden power e vincoli regolatori

Nei mesi successivi l’offerta di UniCredit si scontrò con i vincoli del golden power, strumento a tutela degli interessi strategici nazionali. Le condizioni riguardavano la cessione di filiali, la vendita di sportelli e la presenza della banca in mercati sensibili come quello russo.

Di fronte a tali prescrizioni, UniCredit fu costretta a chiedere la sospensione dell’offerta, mentre Banco BPM contestava apertamente i termini dell’operazione. Anche l’Antitrust europeo concesse un via libera condizionato, imponendo però paletti stringenti.

Il ritiro definitivo di UniCredit

A luglio 2025 la vicenda giunse a un punto di svolta: Consob sospese nuovamente l’operazione citando incertezze legate alle norme comunitarie. Poche ore dopo, il consiglio di amministrazione di UniCredit annunciò ufficialmente il ritiro dell’offerta.

Questo epilogo segnò la fine di un percorso iniziato con grandi ambizioni ma ostacolato da resistenze regolatorie e di mercato. UniCredit riconobbe che le condizioni richieste non potevano essere soddisfatte nei tempi previsti.

Tuttavia diversi analisti sottolineano che la banca potrebbe valutare nuove mosse in futuro, a seconda dell’evoluzione del risiko bancario in Italia e in Europa.

Il rilancio del progetto del terzo polo

Con il ritiro di UniCredit, il progetto del terzo polo ha ripreso slancio. MPS ha rafforzato le proprie basi, acquisendo una partecipazione in Mediobanca e lanciando un’OPA valida fino a settembre 2025, aprendo a uno scenario di aggregazioni a più fasi.

Il sostegno di azionisti come Caltagirone e Delfin, unito alla solidità di Anima, rende l’ipotesi di un terzo polo sempre più concreta. L’operazione avrebbe effetti significativi sulla stabilità del credito italiano.

Banco BPM protagonista del risiko bancario

Nel secondo trimestre 2025 Banco BPM ha registrato un utile netto di 704 milioni di euro, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Le sinergie con Anima e la crescita delle commissioni hanno trainato la redditività.

Allo stesso tempo Crédit Agricole ha incrementato la propria partecipazione fino al 20,1%, segnale di fiducia nella solidità dell’istituto. Banco BPM si conferma così protagonista delle future aggregazioni.

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